sabato 21 agosto 2010

il mondo che gira

A volte riesco a ricavarmi un tempo tutto mio durante il quale posso permettermi di fare il o meglio i punti della situazione, la mia. Come oggi. È una tipica giornata di agosto. La gente comune è al mare. Fa caldo. In cielo neppure una nuvola. Dal Monte Amiata spira una leggera brezzolina che accarezza le foglie del secolare leccio. Le more nei rovi cominciano a maturare. L’uva ancora un po’ verde riposa al sole. Il ritmico cra cra delle cicale fa da sottofondo musicale. Raramente il silenzio agreste è interrotto brutalmente da un auto in corsa che alza un gran polverone. Ma dove corri bischero? Sicuramente era un suv, o jeppone come lo chiamano qui. Tutti hanno un suv da queste parti; è una specie di segnale di riconoscimento. Se non lo possiedi (e non importa se dovrai pagare rate per vent’anni…) non sei nessuno! Riprendo a guardare fuori, con occhi diversi. Sono proprio fortunata – penso – lavoro e vivo in luogo bellissimo. Chissà se quello con il suv se n’è accorto. E chissà se quelli che ci sono nati si fermano ogni tanto ad osservare e magari a ringraziare i propri genitori per non averli portati a vivere in città quando i villani fuggivano dalle campagne…
Se non lo fanno, se non guardano la loro terra sono dei poveracci… i luoghi sono la loro prima ricchezza, ancor prima del pregiato vino che vi nasce…

"Svegliatevi dal sonno dormiglioni, che giunta l’è per noi la gran giornata…".

Il mondo gira e anche se qui hanno la testa girata indietro, questa terra è destinata a piacere. Anche al bric.

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